Un classico senza tempo e per ogni tempo
Quando penso ai piatti della mia infanzia, una delle prime immagini che mi viene in mente è quella della mia nonna, che con mani esperte impastava e formava gli strangolapreti nella sua cucina sulle montagne del Trentino. Ricordo chiaramente il profumo del burro fuso e della salvia che riempiva la fumosa cucina.
I nostri strangolapreti, conosciuti anche come gnocchi verdi, erano un vero e proprio rito. La nonna iniziava presto al mattino, con una grande ciotola di pane raffermo e spinaci verdissimi acquistati presso la piccola bottega di frutta e verdura del paese. Mi chiamava per aiutarla a grattuggiare il formaggio, un compito semplice ma fondamentale.
Spesso, oltre agli spinaci, la nonna aggiungeva altre erbe selvatiche che trovava durante le sue passeggiate nei boschi. Ogni erba aggiungeva un sapore unico e un tocco di magia ai nostri strangolapreti, rendendo ogni piatto speciale e irripetibile.
Il segreto per fare dei buoni strangolapreti sta nella semplicità e nella qualità degli ingredienti. Usate dunque sempre pane di qualche giorno, immerso nel latte caldo, e non dimenticate mai di aggiungere una generosa manciata di Grana Trentino grattugiato.
Quando finalmente arrivava il momento di cuocere e condire gli strangolapreti, l’attesa era quasi insostenibile. Il burro spumeggiante con la salvia riempiva la cucina di un aroma irresistibile. Ogni boccone era una festa, un’esplosione di sapori che parlava di casa, di famiglia e di tradizioni tramandate di generazione in generazione.
Ora, ogni volta che preparo gli strangolapreti o qualche altro piatto della cucina trentina, sento di portare avanti un pezzetto di quella storia e di quelle memorie. Ogni piatto è un omaggio alla tante nonne e alle montagne del Trentino, un modo per condividere ovunque un po’ della magia della mia infanzia.
Ora, ogni volta che preparo gli strangolapreti o qualche altro piatto della cucina trentina, sento di portare avanti un pezzetto di quella storia e di quelle memorie. Ogni piatto è un omaggio alla tante nonne e alle montagne del Trentino, un modo per condividere ovunque un po’ della magia della mia infanzia.